Lego 21026-1 Venice (Storia)

I primi abitanti della città di Venezia non possono essere considerati dei fuggiaschi come i loro antenati, ma avevano già sviluppato diverse attività sul mare.
Molti di loro vivevano ancora della pesca e del commercio del sale, altri erano catafalari e carpentieri, ma i più facoltosi spingevano già i loro traffici al di fuori della laguna.
Nelle isole lagunari vicino a Malamocco, il trasferimento della sede ducale dovette comportare un intensificarsi degli insediamenti.
Nel 775 – 776 venne creata la sede vescovile di Olivolo mentre durante il governo di Angelo Participazio (809-827) la sede ducale venne trasferita da Malamocco alle meglio difese “Isole Realtine” tra Rialto e San Marco.
Furono costruiti il monastero di San Zaccaria, un primo palazzo ducale e la prima basilica di San Marco.
Nell’ 828 i Veneziani trasferirono il corpo dell’ Evangelista Marco nella cappella del Palazzo ducale, già sorto nelle Isole Realtine in prossimità di quella che sarà la futura Piazza San Marco.
Secondo la leggenda, due mercanti, Tribuno e Rustico, capitarono in Alessandria d’Egitto nel momento in cui il Califfo faceva saccheggiare la chiesa cristiana dove era conservato il corpo di San Marco martirizzato nel 68.
Temendo che il sacro corpo venisse profanato, i due mercanti lo trafugarono, trasportandolo sulla loro nave, in un cassone di legno ricoperto di quarti di maiale.
I veneziani gli diedero poi onorata sepoltura nella prima basilica di San Marco e lo elessero loro patrono.
Questo evento accrebbe il prestigio di Venezia, non solo come capitale ducale, ma come sede religiosa e comportò in seguito il trasferimento della sede patriarcale.
Nell’ 897 il doge Pietro Tribuno eresse una difesa (civitatis murus) tra Olivolo e Rialto.
I materiali da costruzione per queste edificazioni, secondo l’uso dell’epoca, furono tratti dalle rovine delle antiche città romane più prossime alla costa, in particolare da Altino.
Tra gli ultimi decenni del XIV secolo e i primi del XV secolo Venezia, guidata da una ristretta casta di militari e mercanti riuscì a conquistare l’entroterra italiano, spostando così il suo baricentro più ad occidente.
A seguito delle avvenute conquiste, per un più capillare controllo sul territorio e grazie ad elargizioni statali, molti membri della nobiltà vennero in possesso personale di territori.
Esemplare è l’episodio di Caterina Cornaro vedova del Re di Cipro, che cedeva l’isola mediterranea e i suoi diritti dinastici in perpetuo a Venezia.
In cambio la Serenissima le concedeva il Ducato di Asolo, affinché potesse finire i suoi giorni all’altezza del suo rango di regina.
Sotto i Colli Asolani, in vista della rocca cittadina, la nobildonna fece erigere una fastosa villa con parco, articolata in più corpi e riccamente affrescata secondo il gusto dell’epoca.
La regina di Cipro raccolse attorno a sé letterati e artisti, creando un cenacolo letterario che contribuì significativamente alla formazione del gusto.
Molte altre famiglie del patriziato, al finire del Quattrocento e per tutto il Cinquecento, si insediarono con attività agrarie nei nuovi territori come veri coloni.
Nasce così la Villa Veneta, formata da un corpo centrale, in genere alto, ma di proporzioni domestiche, adatto ad accogliere il proprietario e la sua famiglia, quando si recava a controllare di persona il fondo.
Il nucleo abitativo padronale era affiancato da dipendenze confortevoli per i contadini, da depositi per il raccolto e da rimesse per gli attrezzi, come rientrava nell’ottica dell’ideale rinascimentale di buon governo della cosa pubblica e privata.
Nel corso del Cinquecento con le Ville Palladiane, cioè quelle realizzate dall’architetto Abdrea PAlladio soprattutto nella provincia di Vicenza, la villa veneta assurge a dignità d’arte e nel contempo conosce un’organizzazione rigorosa, quasi scientifica, delle relazioni funzionali tra i suoi diversi spazi.
Attorno a Venezia lungo le vie di comunicazione che portano a PAdova e a Treviso, vengono edificate nel tempo una accanto all’altra ville di campagna che rivaleggiano per la loro ricchezza e bellezza.

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